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MADRE



Partita per non tornare
Io ti ho guidata
Alla soglia della casa.
Numero, reparto, oggetto,
sei la stella senza luce
quella che viene dal buio
dai tuoi strani ricami
lettura a luce di candela.
Occhi che non desiderano aprirsi,
volto pronto ad accogliere carezze,
orecchie attente ai sussurri,
in quale mondo irreale/reale vivi?
Ricostruire il tuo passato,
mi immergerei nel mondo
che appartiene solo a te
il tormento dei tuoi neuroni,
ma posso appena ricordare
la sofferenza che a me solo appartiene.
Gli alberi si muovono in giardino
Il rosmarino, la salvia e gerani
Fanno compagnia
Ma non li ravvisi
Sperduta in strani racconti
Non ascolti, senza difese, balbetti……..
L’ombra cade sempre più
Invade la stanza
La pioggia cade
Con il suo suono stanco
E tu hai freddo, tanto freddo
In quei letti
Ogni malato ha il suo tremore
Il suo straziante dolore,
continua quotidiana l’afflizione
e tu, Madre sei ormai sola

Mirella


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Ultimo aggiornamento di questa pagina 13 aprile 2009