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Fa male...fa davvero troppo male!!!



Fa male...fa davvero troppo male!!!
Non parlo della malattia, parlo della sensazione di impotenza che provo quando vedo una delle persone a me più care, soffrire, non riconoscere la moglie, non ricordare i momenti più dolci e spensierati trascorsi con lei.
Parlo di mio nonno...quel nonno che è stato il primo a scoprire che io (sua nipote Viviana) fumavo ogni tanto una sigaretta di nascosto dai miei, e che mi ha detto: "Non fumare che fa male, ma se proprio vuoi farlo, fallo con coscienza, e tranquilla, non lo dico mica a tuo padre!". Così è stato, mio padre non lo ha saputo sicuramente da lui...lui che era una persona troppo attiva, troppo egoista, troppo forte, da ridursi in uno stato quasi vegetativo.
Da qualche tempo è rinchiuso in una clinica, dove viene curato bene e accudito con il dovuto rispetto, ma io in quella clinica non ho il coraggio di entrarci...non ho il coraggio di mettermi di fronte a lui e dirgli: "Scusa nonno se non vengo mai a trovarti, ma sono una vigliacca...ho paura a vederti chiuso in queste quattro mura, completamente assorto e confuso nei tuoi pensieri!"
Quali pensieri poi?!
L'Alzheimer, ci ha portato via tutte quelle belle giornate d'estate in campagna, a preparare la focaccia calda, a giocare a carte, con il cane e con tutta la nostra numerosa famiglia. Sono ormai un po’ di anni che non passiamo più un Natale o una Pasqua con la vera felicità e la vera atmosfera che queste feste dovrebbero regalare.
Mi sento troppo in colpa, ci penso tutti i giorni a quando non ci sarai più, e a me, che non ho mai avuto il coraggio di varcare la soglia di quella clinica. Ci sono poco a casa, perché sono una studentessa universitaria, che ha lasciato Brindisi per studiare a Macerata...ma quando torno a casa qualche fine settimana, e vedo mio padre rientrare in casa dopo aver fatto visita al nonno, vedo i suoi occhi spenti, la sua sofferenza, il suo sentirsi impotente e anche un po’ in colpa, per non riuscire a dare al nonno quanto di più bello ci possa essere.
Ora mio padre è diventato il genitore del suo stesso padre, e mio nonno è diventato il figlio di un figlio ormai rassegnato di fronte a questa malattia bastarda, che divora la parte più bella di una persona...i suoi ricordi!
Vorrei riuscire a starti vicino nonno, ma non ci riesco, voglio ricordarti sempre per come eri, prima che questa malattia così dura prendesse possesso della tua mente e del tuo corpo...ma diviene quasi impossibile, l'amarezza è davvero troppa. Non mi sono mai rifugiata in una preghiera, perché questo avvenimento che è piombato nella mia vita, mi ha fatto perdere la speranza che lassù ci sia qualcuno che ci guardi e che vegli su di noi. Non ci credo più di tanto, perché se così fosse, non colpirebbe le persone buone, le persone che hanno ancora tanto amore e tanti sorrisi da regalare alle persone a cui vogliono bene!
Ti abbraccio forte forte nonno, e spero un giorno, di varcare quella soglia e venire a trascorrere una giornata con te, magari facendo una passeggiata sotto il sole come piace a te!
Ti voglio tanto bene!

Tua nipote Viviana


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Ultimo aggiornamento di questa pagina 14 febbraio 2009