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Associazioni Alzheimer d'Italia
 

PER CHI ASSISTE IL MALATO

PARTE TERZA
Cambiamenti d'umore e di comportamento

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Wandering
Quando va in un negozio vicino e non torna, devo uscire a cercarlo; quando poi lo ritrovo, mantengo la calma. Qualche volta lui sorride e dice "Sono contento di vederti. Ho fatto una lunga passeggiata". Altre volte rifiuta di entrare in macchina, così lo lascio andare. Ma lo tengo d'occhio finché è stanco e accetta un passaggio per tornare a casa.
Mia sorella usciva a qualunque ora. Questo mi preoccupava, perché non sapeva come attraversare la strada senza correre rischi. Ho messo una grande annotazione sulla porta di casa per ricordarle di non uscire da sola e la maggior parte delle volte funziona.
 

Vagabondare è un comportamento abbastanza comune tra i malati di demenza. Alcuni girano per la casa, mentre altri cercano di uscire, altri ancora camminano di notte quando le altre persone dormono. Contrariamente a quanto si crede in genere, il vagabondaggio non è quasi mai senza scopo, ma facilmente il malato dimentica dove sta andando, che cosa si proponeva di fare, oppure non è in grado di spiegarlo. Talvolta il malato gironzola finché si trova lontano e si spaventa quando si accorge di essersi perso. Vi sono innumerevoli spiegazioni al vagabondaggio: la noia, lo sconforto, il disorientamento, i problemi di memoria, ecc.
Può essere stressante e faticoso tenere costantemente d'occhio il malato, senza contare la preoccupazione per la sua sicurezza. Il livello di pericolo dipende sicuramente dalle circostanze, ma bisogna sempre cercare di evitare di privare il malato della sua indipendenza, assicurandosi al tempo stesso che non sia esposto a rischi eccessivi.


 
Come affrontare il vagabondaggio
 
  • Evitare gli atteggiamenti di sfida, la violenza, i rimproveri e cercare di distrarre il malato
  • Non lasciarsi prendere dal panico e contattare la polizia, se necessario
  • Evitare il ricorso ai farmaci
 
Come prevenire il vagabondaggio (o evitare che diventi un problema)
 
  • Prendere provvedimenti per la sua sicurezza e mantenerlo attivo
  • Cercare di capire i motivi del vagabondaggio
  • Mantenere stabile l'ambiente circostante e stargli vicino in un ambiente non familiare
  • Cercare l’aiuto di amici e vicini
  • Assicurarsi che il malato abbia sempre con sé un documento di identificazione


Come affrontare il vagabondaggio
Evitare gli atteggiamenti di sfida, la violenza, i rimproveri
e cercare di distrarre il malato

Se il malato cerca di lasciare la casa, è meglio evitare di rimproverarlo o di chiuderlo a chiave. Un tale approccio potrebbe indurre nel malato un comportamento aggressivo o una reazione violenta. Un approccio alternativo è quello di creare un diversivo: si può suggerirgli di fare qualcos'altro, come per esempio prendere insieme una tazza di tè. Se il malato insiste per uscire, possiamo uscire con lui e, una volta fuori, cercare di distrarlo riportandolo indietro.
Non lasciarsi prendere dal panico e contattare la polizia, se necessario
Se ci accorgiamo che il malato si è allontanato senza farsi notare, non dobbiamo farci prendere dal panico o sentirci in colpa. Non possiamo pensare di tenerlo sotto controllo ventiquattr'ore al giorno. Lo cercheremo nei dintorni, ricorrendo eventualmente anche all'aiuto di amici e vicini. Se non lo troviamo entro breve tempo, è meglio informare la polizia.
Evitare il ricorso ai farmaci
Evitare, se possibile, l'uso di farmaci per ridurre il vagabondaggio. La dose necessaria è spesso causa di effetti collaterali quali sonnolenza, confusione, incontinenza urinaria. Il medico può eventualmente scoprire una causa di dolore, che spinge il malato a camminare in continuazione.

Come prevenire il vagabondaggio
(o evitare che diventi un problema)

Prendere provvedimenti per la sua sicurezza e mantenerlo attivo
Dobbiamo cercare di creare condizioni ambientali sicure, in cui il malato possa girovagare senza correre rischi. Se abbiamo un giardino recintato, questo gli darebbe la possibilità di stare un po' all'aperto. In alternativa, possiamo attrezzare una zona della casa o dell'appartamento in cui lui possa muoversi in sicurezza (vedi il capitolo “Sicurezza”). La causa del vagabondaggio è talvolta un eccesso di energia: in questo caso, disporre di un luogo sicuro in cui girovagare può ridurne la frequenza. Un'altra soluzione è quella di accompagnare il malato regolarmente a passeggio, magari servendosi dell'aiuto di un amico o di un volontario. Poiché per molti malati di demenza il vagabondare è una conseguenza della noia, è bene assicurarsi che abbia sempre qualcosa con cui occupare il tempo (vedi il capitolo “Attività fisiche e ricreative”).
Cercare di capire i motivi del vagabondaggio
È buona regola segnarsi le circostanze e l'ora in cui il malato si mette a girovagare. In questo modo è possibile identificare delle costanti, che permettano di risalire alla causa e quindi di impedire che il comportamento si ripeta, distraendo, rassicurando o aiutando il malato. Ecco alcune possibili cause:
Ricordi persistenti del passato - Il ricordo delle antiche abitudini può interferire col presente. Può darsi, ad esempio, che il malato si preoccupi di portare fuori il cane (anche se il cane in casa non c'è più) o che cerchi vecchi amici o un'abitazione precedente.
Disorientamento - Il malato può essere in cerca di una determinata stanza, ad esempio del bagno (vedi il capitolo “Disorientamento”).
Confusione - Come conseguenza del suo stato confusionale, il malato gira talvolta in cerca di qualcosa (ad esempio una valigia, un libro), indipendentemente dal fatto che l'oggetto esista o meno.
Fame, sete, disagio o dolore fisico - Il malato di demenza non sempre è consapevole delle proprie sensazioni e talvolta non riesce a comunicarle agli altri. Può darsi che abbia fame, sete, che abbia un dolore fisico o semplicemente bisogno di andare al gabinetto, ma non è in grado di capire le proprie sensazioni. Ci si accorge a un certo punto che il malato è in pena, senza che se ne renda conto o che riesca a esprimerla. Se non si riesce a trovare una spiegazione al vagabondaggio del malato e si sospetta che sia in uno stato di disagio o di sofferenza, è buona regola consultare il medico.
Mantenere stabile l'ambiente circostante e stargli vicino
in un ambiente non familiare

Evitare di apportare troppi cambiamenti nella casa in cui vive il malato. Anche cambiamenti apparentemente senza importanza possono essere sufficienti a rendere una stanza o una casa irriconoscibili per uno che soffre di demenza. Vagabondare è una normale reazione all’inserimento in un nuovo ambiente, che potrebbe essere una casa diversa dalla sua o un centro diurno. Se il malato ha traslocato da poco, è facile che attraversi un periodo di adattamento, durante il quale si sente confuso, incerto e disorientato. È probabile che abbia bisogno di essere rassicurato ed aiutato per potersi ambientare. Ma col tempo di solito il vagabondaggio cessa.
Cercare l'aiuto di amici e vicini
È opportuno avvisare amici e vicini che il malato ha la tendenza a vagabondare e chiedere anche a loro di tenerlo d'occhio. Questo ridurrà il rischio che il malato si allontani troppo da casa.
Assicurarsi che il malato abbia sempre con sé un documento di identificazione
Cercare di fare in modo che il malato porti con sé qualche documento di identificazione (magari anche un messaggio, o l’indirizzo). Questo è estremamente utile se il malato ha la tendenza a vagabondare e qualcuno vuole aiutarlo. L'informazione può essere messa nella borsetta, se il malato è una donna, o nella tasca della giacca, se è un uomo. Ma può succedere che la donna esca senza la borsetta, o l'uomo senza la giacca. Una possibile soluzione è quella di cucire un'etichetta sugli indumenti del malato, oppure fargli portare un braccialetto d'identità, che rechi impresso il nome, l'indirizzo e il numero di telefono.
È anche importante avere una foto recente del malato, che potrebbe essere molto utile nel caso dovesse perdersi.

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Ultimo aggiornamento di questa pagina 31 dicembre 2008