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Quando il malato non riesce a riconoscere le persone e gli oggetti, possiamo pensare che si tratti di
un problema di memoria, di uno stato confusionale o della vista. In alcuni casi è proprio così. C’è però
un'altra possibilità: la difficoltà potrebbe essere dovuta al fatto che il malato non riesce a collegare e
dare un senso a ciò che vede e ciò che ricorda: i due tipi di informazioni non coincidono più. Questo problema
viene anche definito "agnosia". La conseguenza è che a volte il malato non riconosce le persone o usa gli
oggetti in modo improprio; questo può rendergli la vita molto difficile e aumentarne l'isolamento e la paura,
in quanto i familiari vengono percepiti come estranei. Tutto ciò può essere motivo di inquietudine per le
altre persone, che osservano un comportamento strano e di tristezza per gli amici più stretti e i parenti,
specialmente quando il malato non li riconosce. Tuttavia, è spesso possibile aiutare il malato a capire chi
sono le persone, che cosa sono gli oggetti e come si usano.
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- Spiegare che cos'è un oggetto e chi è una determinata persona, se ci sembra necessario
- Dare al malato l'oggetto giusto, se lui ha preso quello sbagliato
- Rispettare il suo modo di vedere, evitando correzioni inutili
- Non enfatizzare l'errore
- Cercare di non offendersi se il malato non ci riconosce
Come affrontare l'incapacità di riconoscere persone e cose
Cercare di aiutare il malato
senza enfatizzare l'errore
Per quanto riguarda gli oggetti, può darsi che la soluzione più semplice sia quella di dare al malato la cosa giusta e spiegargli o fargli vedere come si usa, senza sottolineare l'errore. Se il malato non accetta la nostra spiegazione, non serve a nulla discutere. D'altro canto, è utile talvolta segnalare le diverse caratteristiche dell'oggetto o delle persone (il colore, la forma, il timbro della voce, ecc.).
Se il malato di demenza non riconosce qualcuno o confonde i nomi delle persone in una conversazione, si può provare a spiegargli chi sono veramente - ed è quello che di solito facciamo automaticamente. Non sempre però è necessario, perché il risultato può essere quello di porre l’accento sull’errore. Inoltre, poiché è probabile che il malato dimentichi pochi secondi dopo, può essere anche fatica sprecata. È perciò preferibile rispettare il suo modo di vedere, ignorare l'errore e prestare attenzione a quello che vuole dire. Se il malato non riconosce qualcuno, può sentirsi impaurito o preoccupato; in tal caso, l'importante è dargli sicurezza. In fin dei conti, se non riesce a riconoscere una persona familiare, si deve sentire come circondato da estranei e non sa nemmeno se di questi estranei può fidarsi.
Cercare di non offendersi se il malato non ci riconosce
Non essere riconosciuti è una cosa che ci può ferire profondamente, ma dobbiamo ricordare che ciò non significa necessariamente che la persona malata ci ha dimenticato o ci rifiuta. È infatti possibile che il malato abbia teneri ricordi di noi e senta la nostra mancanza, anche se noi siamo presenti.
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