A MIA MADRE
Malattia subdola.
Gli anni in cui mi pettinavi i capelli
raccogliendoli con un nastro rosa
sono ormai passati ed io sono adulta.
Gli anni in cui mi tenevi per mano
sono lontani ed ora sei tu che hai
bisogno di essere aiutata
ad attraversare la strada, mai io
non ti sto aiutando nel cammino della vita.
Io non ti sto insegnando a crescere per
far si che tu possa volare libera come farfalla
Io donna adulta e tua figlia ti sto accompagnando
in quel lungo e doloroso cammino,
che inesorabilmente ti condurrà verso
una morte certa e da tempo annunciata.
Tu madre hai visto sbocciare un fiore,
io figlia vedrò appassire giorno dopo giorno
la pianta che ha generato quel fiore.
Con un riso amaro maledico il giorno
in cui per la prima vota le mie orecchie
hanno sentito pronunciare la parola Alzheimer.
Maledico il giorno in cui, ancora giovane,
I medici mi dissero che mio marito
aveva una forma precoce d'Alzheimer.
Maledico il giorno in cui mi trovai in casa
la suocera con la malattia d'Alzheimer.
Pensavo, che dopo due malati
con questa subdola, debilitante malattia,
avessi già dato a Dio buona parte della mia vita.
Evidentemente Lui ha ritenuto che non bastasse.
Gli anni in cui mi pettinavi I capelli
raccogliendoli con un nastro rosa
sono ormai passati ed io ora sono adulta.
Io ora ho esperienza della via, ma, di fronte
alla malattia chiamata Alzheimer,
mi sento ancora la bambina
che deve essere presa per mano, quando
deve attraversare la strada, quando all'orizzonte
ci sono nuvole nere e il cielo minaccia tempesta.
Daniela Montani