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Dimensione epidemiologica e
impatto economico delle demenze in Italia


Immagine del libro

In Italia negli ultimi cento anni la frazione di ultrasessantacinquenni si è quasi triplicata (da 6,1% a 17,7%) e nell'arco di cinquant'anni arriverà presumibilmente a rappresentare circa il 32% della popolazione totale (una percentuale quasi doppia rispetto a quella attuale). Il segmento cresciuto maggiormente è quello dei "più vecchi": gli ultraottantenni sono infatti passati dallo 0,6% del 1901 al 3,9% del 1999 e si stima che nel 2050 saranno pari all'11,9% dell'intera popolazione.
La demenza, strettamente legata all'invecchiamento, è destinata dunque, secondo gli autori del libro, a diventare un rilevante problema clinico, sanitario ed economico. Oggi si stimano in un milione gli italiani colpiti da demenza, dei quali circa il 63% ha più di 80 anni. Se la situazione non si modificherà in maniera sostanziale, nei prossimi vent'anni i casi aumenteranno del 50% (1,5 milioni) e raddoppieranno nel 2050 (2 milioni). I costi sono elevati sia per il sistema sanitario e socio-assistenziale sia per i pazienti e le loro famiglie. Se si moltiplica il numero di italiani colpiti da demenza per il costo annuo medio per paziente si ottiene una stima del costo totale annuo della demenza in Italia: circa 96.100miliardi di vecchie lire (21.654 per costi diretti e 74.446 per costi indiretti)

(vedi Notiziario Alzheimer Italia n. 22)


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