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Riprende da marzo 2018 lo studio di popolazione rivolto ai nati fra il 1935 e il 1939 residenti ad Abbiategrasso:
Invecchiamento Cerebrale, secondo ciclo (InveCe2).
Lo studio, iniziato nel Novembre del 2009, ha concluso la prima parte nel 2015. Le persone erano 1321
alla partenza e sono state 1010 alla terza valutazione del 2014. Lo studio ha prodotto 15 lavori pubblicati in ambito internazionale, sia come
articoli estesi che come abstract, e sei in ambito italiano.
Lo studio riparte ora, marzo 2018, contando di reclutare 800 persone degli stessi partecipanti
alla prima fase. Ogni persona sarà quindi chiamata per essere valutata sia sul piano medico sociale sia neuropsicologico, oltre ad un prelievo
ematico. Ogni partecipante che avrà dato il consenso informato, sarà impegnato per circa 3 ore e mezza di interviste, visite e prove, in due volte.
Riceverà poi i risultati sia delle analisi mediche sia di quelle neuropsicologiche.
L’ InveCe2 sarà caratterizzato, oltre che dallo studio delle funzioni cognitive, anche da nuovi
obiettivi rivolti allo studio della “fragilità”. E’ questa una sindrome geriatrica caratterizzata dalla riduzione in diversi sistemi dell’organismo
delle riserve funzionali, cosa che espone l’individuo ad un aumentato rischio di eventi avversi come la disabilità, frequenti ospedalizzazioni e
anche morte. Saranno studiati non solo gli aspetti clinici, sociali e psicologici, ma anche quelli biologici, in collaborazione e con la direzione
dell’Istituto Neurologico Mondino di Pavia e dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano. Infatti alcuni fattori biologici
(legati ai processi infiammatori, alla genetica, allo stress ossidativo e alla disfunzione di importanti organelli intracellulari come i mitocondri)
sono stati associati alla fragilità nell’anziano, tuttavia esistono pochissimi dati al riguardo. L’utilità di studiare questi meccanismi, cui si
lega anche la neurodegenerazione come nella malattia di Alzheimer, è che questa fase è pre morbosa, per cui tende ad aumentare con il passare del
tempo, ma la sua evoluzione può essere modificabile e in alcuni aspetti reversibile, perciò valutare i meccanismi molecolari sottesi alla fragilità
risulta estremamente importante.
Obiettivo dell’InveCe2 è quindi lo studio delle funzioni cognitive e la prevalenza e incidenza
della malattia di Alzheimer e altre demenze, ma a questo si aggiungono obiettivi specifici sul piano biologico, legati alla fragilità:
- Individuare le diverse traiettorie di fragilità in una popolazione di anziani seguita longitudinalmente nel tempo e stimare il tasso di
sopravvivenza ad esse relativi;
- Ricercare i cambiamenti biologici associati all’invecchiamento e allo stato di fragilità;
- Valutare la presenza di danno mitocondriale in associazione allo stato di fragilità;
- Valutare il ruolo dei marcatori biologici di fragilità evidenziati nella fase clinica di questo progetto
Lo studio, che durerà 3 anni, sulla fragilità e marcatori biologici è stata presentato con il titolo: "FRAILBIOTRACK - Association between
frailty trajectories and biological markers of aging" alla Fondazione CARIPLO che ha deciso di sostenerlo con un finanziamento complessivo
per i 3 centri e per tre anni di 380.000 euro. È sostenuto anche dalla Federazione Alzheimer Italia.
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