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Talvolta il malato di demenza può andare in collera, scaraventare oggetti in giro e urlare. Ciò può
essere molto difficile da accettare: possiamo sentirci feriti e amareggiati da quello che sembra un
cambiamento di carattere della persona. Inoltre, crisi di rabbia possono creare scompiglio in famiglia: se ci
sono dei figli o dei nipoti giovani, essi arrivano talvolta a sentirsi responsabili di ciò che accade.
Spesso gli scatti di ira sono esagerati e diretti contro la persona sbagliata - una specie di iper-reattività
a piccoli incidenti di percorso (vedi il capitolo
"Reazioni violente"). Per il malato di demenza, la rabbia può essere l'unico modo per esprimere qualcosa. Oppure, può sentirsi in collera per averci dovuto chiedere di fare qualcosa che prima riusciva a fare da solo. Tuttavia, anche se la causa della rabbia è sconosciuta, è possibile fare qualcosa per ridurne la frequenza.
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- Cercare di capire il motivo scatenante per evitare che si ripeta
- Cercare di non intervenire quando non è necessario e non esagerare la gravità dell’accaduto
- Non assumere un atteggiamento eccessivamente protettivo o impositivo
Come affrontare gli scatti d’ira
Sarà probabilmente difficile mantenere la calma e non considerare la collera diretta contro di noi. Alcuni trovano utile contare fino a dieci prima di rispondere. È però importante ricordare che molto probabilmente la collera è una conseguenza della malattia.
Accade di frequente che il malato diventi cordiale e affettuoso pochi minuti dopo aver avuto un’esplosione di
rabbia, sia per un brusco cambiamento di umore (vedi il capitolo "Cambiamenti
di umore e labilità emotiva") sia perché ha dimenticato l'incidente. Così, se si riesce a distrarre il malato, egli può dimenticare di essersi sentito in collera.
Come prevenire gli scatti d’ira
Cercare di capire il motivo scatenante per evitare che si ripeta
Talvolta è possibile determinare la causa che ha scatenato la
collera, pensando ai fatti accaduti prima dell'incidente. Per esempio, se la reazione sembra dovuta al fatto
che la persona non riusciva a fare qualcosa, sarà opportuno modificare quel tipo di attività, oppure aiutare
la persona, oppure ancora, evitare di metterla nella stessa situazione.
Cercare di non intervenire quando non è necessario
e non esagerare la gravità dell’accaduto
Può darsi che la persona malata faccia qualcosa che può
sembrare un po' strano, oppure non corretto. La tentazione immediata è quella di fermarla o di sostituirsi a
lei per eseguire correttamente l'operazione, qualunque essa sia. Spesso questo non è necessario e può avere
come unico risultato quello di mandare in collera il malato.
Cercare di non assumere un atteggiamento
eccessivamente protettivo o impositivo
Senza rendersene conto, si può a volte assumere un
atteggiamento protettivo o - al contrario - direttivo. Il malato potrebbe fraintendere delle istruzioni
utili o dei suggerimenti, prendendoli per ordini o sentirsi trattato come un bambino. Quello che diciamo
sembrerebbe corretto a qualunque altra persona, ma il malato può essere più sensibile ai propri problemi e
alla sua dipendenza dagli altri. Bisogna allora cercare di formulare le cose in modo diverso. Ad esempio,
invece di dire "Adesso mettiti il cappotto", possiamo dire "Ecco il tuo cappotto. Lascia che ti aiuti a
indossarlo".
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