Se qualcuno si aspetta di trovare in questo libro la storia di un malato
di Alzheimer e della sua malattia rimarrà certamente deluso.
Nel romanzo c’è infatti qualcosa di più, qualcosa di unico e, al tempo
stesso, di universale che lo rende speciale.
Nel romanzo di Gardini la malattia di Alzheimer è così indissolubilmente
legata al dramma psicologico e sentimentale dei protagonisti, che cessa di essere un puro stato patologico e si
trasforma in stato della mente, del cuore e dei sensi di tutti i suoi protagonisti: di Bruno, il padre amareggiato
in cui i rimorsi del passato trovano pace solo nell’oblio dell’Alzheimer; di Maria, la moglie che solo assistendo
caparbiamente il marito malato riafferma, in modo definitivo, il proprio ruolo di donna e di madre; di Nicola, il
figlio così ansioso di verità da riuscire a strapparla anche all’oblio della malattia; di Jonas, il figlio negato cui
la malattia del padre consente di infrangere i divieti di una madre tirannica senza soffrire e senza far soffrire ancora.
Sebbene quella di Nicola Gardini sia una storia unica e personale, nelle
vicende drammatiche dei suoi personaggi si possono riconoscere la vicende di tante altre persone che abbiamo incontrato,
che abbiamo amato e perso.
In questo piccolo libro c’è qualcosa che ci accomuna tutti, anche coloro che
l’Alzheimer non l’hanno conosciuto ancora.
Perché la sofferenza umana è fatta di sentimenti traditi, di aspettative deluse, di ruoli irrisolti che la malattia
esaspera ma aiuta a mettere a nudo rompendo il muro di silenzio che li circonda.
Gabriella Salvini Porro |
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Dichiara Renato Sironi «Il fatto che una Federazione così
attenta e competente abbia riconosciuto e apprezzato il modo in cui il tema dell’Alzheimer viene affrontato nel romanzo
di Nicola Gardini è motivo di orgoglio e conferma la sincerità e il coraggio con cui l’autore descrive la malattia».
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