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GRAZIE PER QUESTA POSSIBILITA' DI SCRIVERE



Salve,
qualche volta leggo le vostre mail, solo così mi rendo conto che i miei dubbi di non fare abbastanza per mio padre sono anche di altre persone.
Ma l'esperienza di vivere occupandomi da più di dieci anni di mio padre ottantasettenne, mi mette alla prova ogni giorno, quando lui non vuole ammettere di non essere più autosufficiente, non rendendosi conto che le cose che dice di fare sono ricordi di tanto tempo prima, quando vorrebbe ancora esserti utile, ma se la prende se gli dici che non è più possibile.
C'è la frustrazione che qualunque cosa io dica o faccia, nel bene e nel male, sia per lui una sensazione momentanea, che dopo un attimo non c'è più.. con una ripetizione quasi all'infinito. Poi c'è il contrasto doloroso fra l'apparenza, l'involucro della persona, i sentimenti, i valori rimasti intatti e l'annientamento della possibilità di ricordare e perciò di dare, di essere, di pensare e lo scorrere di giorni tutti uguali o un pò peggiori.
C'è la perdita di consapevolezza che la vita sociale di oggi rispetto alla sua quando era giovane, è molto più difficile.
Cos'è la qualità della vita, cos'è questo trascorrere del tempo, giorno dopo giorno, oltre a uno spegnersi lento ma inesorabile, lasciando svuotati, con la sensazione che l'impegno non sia stato utile, con l'impossibilità di fare di più ?
C'è un accanimento da parte mia nel voler dimostrare la mia riconoscenza per mio padre, lui lo sa che io ci sono, perchè lui se lo merita, ma è tutto molto relativo....
Grazie per questa possibilità di scrivere.

Silvia


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Ultimo aggiornamento di questa pagina 3 febbraio 2009