Uno stato di grazia. L'Alzheimer con i tuoi occhi
Riportiamo le parole di Maria Grazia Mezzadri Cofano, autrice del libro.
"Ho dedicato a mio marito Carlo Mezzadri, ammalato di Alzheimer da quattordici anni, un libro in cui il
protagonista racconta in prima persona il suo rapporto con la malattia e, attraverso dei flash-back, ricostruisce la
sua vita.
Mio marito è giornalista e, nel periodo della Sovrintendenza Paolo Grassi, è stato capo ufficio stampa del
Teatro alla Scala".
Guido Vergani, che ha presentato il libro, scrive:
"Che si può scrivere di un libro così 'parlante' e dolorosamente 'parlante'? Che si può scrivere di pagine
come queste che hanno in sé tanti anni - tredici - di sofferenza e di laica accettazione nella trincea della malattia e
in cui ogni singola parola è 'spremuta' dalla più disumana fra le possibili decadenze dell'esistere e dalla più umana
espressione dell'esistere, quella di passare le ore, i giorni, i mesi, gli anni amorevolmente accanto a quel decadimento,
senza sbandierare doverismi o vittimismi? Che cosa si può dire dopo aver letto il racconto di una così rabbrividente
verità: una verità che ha una faccia atroce, quella di un male che ti lascia in vita senza vivere,che ti regredisce
negando a te stesso il tuo patrimonio di esperienze, di amore, di lavoro, di fatica, di successi, di vanità conquistate,
di passioni, di certezze e di dubbi, e una faccia delicata, capace di grazia nel disastro, quella di chi sa che si può
pienamente vivere anche attraverso il male, l'annientamento, giorno dopo giorno, della persona amata?
Non sono tanto presuntuoso da credere sia giusto scrivere una prefazione - di solito il prefatore spiega, pensa di poter
condurre per mano il lettore a capire, a leggere dentro e fra le righe - a un libro così spaventosamente autentico,
utile, terribilmente bello e straordinariamente semplice nel dono di una simbiosi d'amore per cui il malato può davvero
narrarsi attraverso la persona che ama, riamato, e una malattia, l'Alzheimer, vivisezionandosi perché chi si trova a
doverla accompagnare sappia accompagnarla senza farsene travolgere.
Più di questo non so dire e credo non si debba dire, se non che "Uno stato di grazia" non è uno sfogo, un esercizio di
grafomania, una seduta psicanalitica di fronte al foglio bianco."
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