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Intervista al Cardinal Ersilio Tonini
Premetto che accetto, approvo tutto; sono in piena sintonia con la sofferenza perché so che cos'è l'Alzheimer non per conoscenza presa dai libri, ma per l'esperienza di realtà concrete che ho avuto, specialmente da parroco. Ho vissuto anch'io lo strazio dei familiari e, allora, dico che qualsiasi cosa che è possibile fare si deve fare.
La malattia di ALZHEIMER rappresenta uno dei drammi più sconvolgenti e più impietosi perchè viene ferita la personalità; il malato, che è padre, madre, moglie, marito, poco a poco perde la propria individualità, non sa più chi è e il familiare vede distrutta la sua immagine e viene colpito nell'affettività. Senza dimenticare che l’Alzheimer, con questa scompaginazione, riserva al malato dei momenti di lucidità durante i quali egli è consapevole. Mi viene in mente Manzoni che in un momento di lucidità finale riceve la notizia della morte del figlio Pietro, che era l’ultimo dei figli rimasto pur essendo il primo, ed esclama: "Un momento di lucidità ahimè quanto mi costa". Questa causa mi appassiona fortemente; io sto seguendo ormai da anni con estremo interesse, proprio perché vescovo, i progressi della ricerca scientifica e ho partecipato due anni fa al convegno organizzato dalla Federazione Alzheimer Italia a Milano.
La Chiesa ha già detto, per quanto riguarda la ricerca del DNA, che non solo è lecito, ma che è doveroso spingere questa ricerca all'estremo sempre avendo presente che ogni intervento deve avere fini terapeutici e mai tali da mortificare la personalità.
Di questa lettera non condivido solo la parte finale, dove si dice che la Chiesa è contraria a tutto ciò che modifica il naturale perché contrario alla speranza e alla fiducia nella possibilità dei miracoli.
Non è per niente esatto: tutto quello che la ragione dice essere giusto e onesto nel rispetto della persona umana è doveroso e sacrosanto. Tutte le verità della fede mai possono contraddire le verità della ragione e viceversa; è proprio su questo che ci si deve intendere.
Il problema in realtà è cosa debba intendersi per uomo, per dignità della persona: per fortuna noi abbiamo nelle carte costituzionali europee, e particolarmente nella nostra Costituzione, già preciso e nitido il concetto di persona e dignità della persona che è il frutto della penetrazione del messaggio cristiano nelle coscienze. Non esiste assolutamente una contraddizione, una remora irrazionale del mondo cattolico; si tratta di un pregiudizio che risente ancora di certi modi di pensare dell’800 in forza dei quali da una parte ci sarebbe la ragione e dall'altra la fede.
Lo stesso KANT dice che certe verità della ragione sono frutto della fede, e ciò lo si vede chiarissimamente nel concetto della persona umana: l'intangibilità dell'uomo e di ogni uomo. Il fatto che ogni uomo sia intangibile è un'affermazione della fede. Questo è il messaggio cristiano che è entrato nella nostra carta costituzionale. Ne consegue che ciò che è legittimo per la carta costituzionale lo è per la persona umana e la fede non ha mai nulla da opporre.
In conclusione, vorrei dire al prof. Spinnler che io sono pienamente d'accordo con lui, in tutto meno che in quella remora che pensa derivare dalla Chiesa: San Tommaso dice che il diritto della ragione e quello della fede non possono scontrarsi perchè sono due raggi della stessa luce.
Vorrei fare, per chiarezza, due considerazioni: la prima riguarda il significato della parola "naturale". Legge naturale non significa legge della biologia ma quella della nostra mente; già il concetto secondo Aristotele era "La legge naturale è un comando della ragione" Legge naturale è ciò che appartiene al diritto naturale, cioè quelle cose che la nostra mente ci comanda in virtù del nostro essere uomini anziché formiche.
La seconda considerazione riguarda le difficoltà per vincere la resistenza che esiste, non a causa della fede, bensì in virtù dell'idea che al proprio congiunto debba essere fatto un espianto post mortem.
Sono delle resistenze dovute al sentimento affettivo di ognuno e condivisibili, ma occorre fare opera di educazione, lentamente bisogna fare un lavoro di persuasione così come già succede per gli espianti di altri organi per trapianto. Adesso la legge pare che apra un nuovo panorama ammettendo il silenzio assenso; occorre però tenere conto che la legge può stabilire benissimo che l'encefalogramma piatto e gli altri fenomeni che siano significato di morte vera legittimino l'espianto ma essa non sarà riconosciuta come espressione di una legge naturale fino a quando la gente continuerà a pensare che il battito del cuore sia segno di vita biologica. E’ di questo che bisogna tenere conto.
Il caso in questione è, comunque, diverso: perché
il vero cristiano non dovrebbe accettare di fare quel
che viene richiesto dalla ricerca scientifica?
ErsilioTonini
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