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Storie di terapia occupazionale


Carola,
chiama lo sportello di Terapia Occupazionale da Milano per esporre la sua situazione con la madre Lidia di 84 anni ed una diagnosi di malattia di Alzheimer da circa due anni.
La figlia al telefono è molto preoccupata perché, a seguito della perdita del padre, avvenuta quattro anni prima, ha progressivamente notato nella madre un calo d’interesse ed un rifiuto generale verso qualsiasi proposta o attività che le venisse suggerita; descrive la signora come svogliata e pigra, che predilige trascorrere le sue giornate seduta in poltrona o a letto.
La figlia quotidianamente fa visita alla madre, in quanto abitano nel medesimo caseggiato una di fronte all’altra, ogni giorno la passa a trovare spronandola e suggerendole cosa fare, ma non è sufficiente.
Durante il colloquio con la figlia la terapista identifica tra le attività significative per la persona, quella del lavoro a maglia: Carola ricorda come la madre abbia sempre lavorato a maglia, sin da quando lei era bambina, confezionando maglioni, copertine e scialli da regalare a familiari ed amici. La ricorda impegnata per gran parte della giornata, seduta in cucina e desiderosa di portare a termine maglioni traforati e sciarpe molto apprezzate da chi le riceveva.
Al fine di valutare come meglio intervenire e rilevare le difficoltà la terapista effettua un sopralluogo.
Durante l’incontro con Lidia la terapista scopre che a breve la signora diventerà bisnonna e utilizza questa notizia per motivare Lidia alla realizzazione di una copertina di lana.
Lidia si dice desiderosa di intraprendere nuovamente il lavoro a maglia, memore dei suoi tanti lavori, ma l’entusiasmo a parole non è seguito da una vera progettualità e da un’azione concreta; la signora appare bloccata, frenata dal pensiero di non ricordarsi i passaggi, di sbagliare e realizzare un manufatto non bello come quelli passati.
La figlia le mostra comunque il materiale a disposizione, si propone come sostegno nella progettazione e nella realizzazione, e con la terapista iniziano l’attività valutando e discutendo sugli abbinamenti dei colori. Lidia sentendosi sostenuta e supportata si inserisce nell’attività e accetta di svolgere insieme il lavoro.
Tra le indicazioni che vengono condivise con la figlia si consiglia di semplificare il più possibile il lavoro, dedicandovi ogni giorno al massimo 20 minuti.
Si sceglie di realizzare dei quadrati di lana, ciascuno di un colore diverso, che una volta terminati verranno uniti tra loro per confezionare la coperta. Questo per stimolare l’attenzione e la rievocazione dei ricordi a partire dai colori.
A distanza di circa un mese dall’incontro, la terapista richiama la figlia e torna a fare visita alla signora Lidia per monitorare l’andamento del lavoro e verificare l’effettivo utilizzo delle indicazioni e delle strategie suggerite.
Date queste precise indicazioni da parte di una figura esterna alla famiglia, Lidia ha mostrato maggior interesse all’attività già più volte proposta dalla figlia; la sua partecipazione è altalenante, ma ogni giorno è costante la sua presenza al tavolo da lavoro anche solo per suggerire la scelta dei colori o riordinare il materiale da lavoro.

Se anche tu hai qualche difficoltà puoi consultare QUESTA PAGINA per avere alcune indicazione o puoi chiamare Pronto Alzheimer allo 02809767




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Ultimo aggiornamento di questa pagina 22 dicembre 2015